Per decenni, abbiamo immaginato il cervello come un sistema che apprende secondo una regola fondamentale: neuroni che si attivano insieme e si connettono tra di loro (apprendimento hebbiano).
Una recente scoperta pubblicata su Science rivela tuttavia un quadro molto più sofisticato e dalle implicazioni profonde per il nostro modo di comunicare, fare marketing e insegnare.
Una recente ricerca ha osservato, per la prima volta in vivo, l’attività delle singole connessioni sinaptiche nel cervello di topi durante l’apprendimento. La sorpresa? Non tutte le sinapsi si comportano allo stesso modo. Alcune seguono fedelmente le regole hebbiane, ma molte altre operano secondo logiche differenti, a seconda della loro posizione sul neurone (plasticità sinaptica differenziata).
In particolare, le sinapsi situate nella parte più esterna dei neuroni piramidali della corteccia motoria si rafforzano quando sono attive contemporaneamente a sinapsi vicine, indipendentemente dall’attività del neurone ricevente. Al contrario, le sinapsi più vicine al corpo cellulare si rafforzano solo se la loro attività coincide con quella del neurone ricevente.
Questa scoperta mina l’idea di un cervello governato da un unico principio di apprendimento e rivela una sorprendente specializzazione all’interno del singolo neurone. Le sinapsi apicali sembrano creare “cluster” funzionali capaci di integrare informazioni in modo non lineare, ideali per apprendere contesti complessi. Le sinapsi basali, invece, tendono a consolidare modelli ripetuti, favorendo il riconoscimento di schemi stabili e prevedibili. In sintesi, il cervello adotta strategie diverse a seconda del tipo di apprendimento richiesto.
Implicazioni per la Comunicazione e il Marketing
Se il cervello elabora le informazioni complesse in modo non lineare, le nostre strategie di comunicazione per concetti articolati potrebbero beneficiare di un approccio che incoraggi connessioni multiple e una visione d’insieme. Al contrario, per messaggi chiave e call-to-action, la ripetizione strategica e la coerenza del messaggio (attivando le sinapsi basali) potrebbero essere più efficaci nel fissare il concetto.
Inoltre, la capacità delle sinapsi apicali di integrare informazioni in modo non lineare sembrerebbero rilanciare il potente ruolo dello storytelling nell’apprendimento e nella memorizzazione. Le narrazioni ricche di dettagli e connessioni emotive potrebbero creare “cluster” di informazioni più resistenti nella mente del pubblico.
Per i marketer, comprendere come il cervello consolida i modelli ripetuti (sinapsi basali) sottolinea l’importanza della coerenza del brand, della presenza costante e delle esperienze utente positive e ripetute per la creazione di abitudini di consumo.
Se il cervello adotta approcci diversi all’apprendimento, anche le nostre strategie di segmentazione e personalizzazione dei messaggi potrebbero evolvere. Potremmo considerare non solo i dati demografici, ma anche i “modi di apprendere” preferenziali del nostro pubblico, sebbene questo sia un campo ancora inesplorato.
Implicazioni per la Formazione e l’Insegnamento
Riconoscere che il cervello non apprende in modo uniforme ci spinge a diversificare le metodologie didattiche, offrendo approcci che si adattino a diversi tipi di contenuti e, idealmente, alle diverse predisposizioni degli studenti.
Per facilitare la comprensione di concetti complessi, i formatori potrebbero concentrarsi su attività che richiedono agli studenti di integrare diverse informazioni, risolvere problemi aperti e fare collegamenti inaspettati, stimolando le sinapsi apicali.
Per l’acquisizione di abilità specifiche e la memorizzazione di nozioni fondamentali, la pratica ripetuta, il feedback immediato e la creazione di routine (coinvolgendo le sinapsi basali) rimangono invece strategie cruciali.
Un apprendimento efficace, infine, potrebbe derivare dall’integrazione di approcci che stimolano sia l’integrazione complessa che la consolidazione di schemi. Ad esempio, introdurre un concetto attraverso la pratica e la ripetizione per poi esplorarne le applicazioni in contesti più ampi e complessi.
Le implicazioni per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale
Oltre alle implicazioni dirette per la comunicazione, il marketing e la formazione, questa scoperta apre orizzonti anche in altri campi. La comprensione dettagliata delle regole di plasticità sinaptica potrebbe portare a terapie più mirate per disturbi neurologici e psichiatrici.
Inoltre, i modelli di intelligenza artificiale, oggi basati su regole di apprendimento più uniformi, potrebbero fare un salto di qualità nel loro sviluppo imitando questa sofisticata varietà di meccanismi sinaptici, diventando molto più efficienti e capaci di apprendere in modo più simile al cervello umano.
In conclusione, questa ricerca ci ricorda la straordinaria complessità del cervello e ci spinge a riconsiderare le nostre strategie in un’era in cui la comprensione del funzionamento della mente è sempre più cruciale per connettere, persuadere e insegnare in modo efficace. Siamo solo all’inizio della comprensione di queste nuove dinamiche, ma le implicazioni per il nostro lavoro sono già incredibilmente promettenti.
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