Neuroscienze del politically correct: quando le parole sono accettabili?

Negli ultimi anni, l’espressione: “politically correct” ha guadagnato terreno nella società italiana, anche se non mancano le polemiche e le contestazioni e chi addirittura nega qualsiasi utilità agli sforzi volti a rendere le parole corrette

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9 consigli per difendersi dall’abuso verbale

L’abuso verbale, soprattutto se sistematico, può danneggiare gravemente la nostra salute mentale e qualità di vita. Per fortuna non mancano le strategie per difendersi da questo tipo di comportamento nocivo e preservare la propria dignità e benessere. Vediamo 7 tra le più efficaci scelte tra quelle consigliate da psicologi e life coacher.

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Ridurre la distanza psicologica per aumentare le conversioni

Nel difficile e altamente competitivo mercato online di oggi non c’è marca che non debba affrontare la sfida di attirare e convertire i potenziali clienti.  La spesa in pubblicità, purtroppo, è di poco aiuto: anche se si riesce ad attirare più persone sul sito, convincerle effettivamente a fare acquisti è tutta un’altra storia.

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Le parole come inneschi emotivi

Le parole, si dice, sono magiche. Basta guardare alla nostra esperienza quotidiana per scoprire che potente effetto di innesco emotivo (“trigger”, nella terminoligia usata dagli psicologi) possano avere. Una sola parola sbagliata ha il potere di farci andare su tutte le furie, e quella giusta di calmarci.

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Pubblicità: quando i bias non funzionano

Basta dire Bias per fare il successo di una campagna pubblicitaria? La risposta è seccamente e decisamente no. Gli esempi di insuccessi clamorosi diventati più o meno celebri di agenzie che credevano di sfruttare i bias sono numerosi, eccovene tre:

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Persuasione: vince la comunicazione faccia a faccia

Forse lo sapevate già, ma se dovete persuadere qualcuno meglio vederlo di persona e parlagli faccia a faccia che mandargli una e-mail. Questo, almeno, è ciò che ha scoperto uno studio comportamentale del professore e della professoressa Mahdi Roghanizad (Ted Rogers School of Management di Toronto) e Vanessa Bohns (Cornell University).

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Saper scrivere: l’importanza degli aggettivi qualificativi nel copywriting

C’è chi ne abusa, c’è chi li trascura del tutto; eppure, l’utilizzo appropriato degli aggettivi qualificativi è spesso ciò che fa la differenza non solo in letteratura, ma anche nel copywriting.

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Parole da evitare in comunicazione e pubblicità: la negazione

La negazione – in particolare il famigerato “non” – è da tempo considerata una parola da evitare in comunicazione e in pubblicità, o almeno da guardare con forte sospetto.

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Un esempio di ottimizzazione dei testi con l’eye-tracker

Quando si parla di testi per il sito web, capita spesso di creare dei contenuti che pensiamo adatti all’utente quando invece questo cerca informazioni completamente diverse. Per questo motivo è fondamentale includere anche le copy nei test di usabilità.

Il case study che segue mi è stato fornito dai ricercatori Andrea Ciceri e Giulia Songa della società SenseCatch di Como. L’ho scelto proprio perché particolarmente adatto a dimostrare l’utilità di alcuni strumenti di neuromarketing come l’eye-tracker, tecnologia capace di tracciare il comportamento visivo, nello studio dell’esperienza utente sui contenuti scritti e le copy del sito web aziendale.

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La metafora in pubblicità: perché funziona e come utilizzarla secondo le neuroscienze

La metafora è spesso usata in pubblicità per la sua capacità di realizzare quattro obiettivi fondamentali per qualsiasi direttore creativo:

  • Attirare l’attenzione
  • Rendere il messaggio facile da comprendere
  • Emozionare
  • Farsi ricordare
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Effetto primacy: come usarlo in comunicazione, pubblicità e giornalismo

In psicologia, si parla di effetto primacy quando, nell’ordine di presentazione, le informazioni comunicate per prime hanno un’influenza sproporzionata sul giudizio del lettore rispetto a quelle successive.

Applicato al copywriting e alla scrittura, la regola diventa che ciò che si afferma per prima può influenzare in maniera determinante tutto quello che viene detto dopo, e senza una logica o una spiegazione apparente.

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Storytelling: quali sono le strutture narrative degli spot pubblicitari ad alto impatto emotivo?

Da sempre, l’impatto emotivo degli spot pubblicitari è la croce e delizia di qualsiasi direttore creativo.

La ragione? Semplice, le emozioni hanno un ruolo chiave nelle nostre scelte e nella formazione delle decisioni di acquisto. Questa scoperta, del resto, è probabilmente la più grande conquista del neuromarketing.

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Marketing e persuasione: funziona di più la leva della scarsità o la conferma sociale?

Chi non conosce le sei leve della persuasione di Robert Cialdini? Tra di esse rientrano anche la scarsità e la conferma sociale, le due più usate quotidianamente da milioni di direttori marketing in tutto il mondo, oltre al bisogno di unicità che è alla base di molte delle strategie commerciali dei brand contemporanei.

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I rischi e limiti legali del neuromarketing. Intervista con l’avvocato Manuela Viscardi

Il rapporto tra diritto e neuromarketing, in particolare il problema dei rischi e limiti legali dell’applicazione delle neuroscienze per influenzare i processi decisionali dei consumatori, è sempre più sentito dalla comunità giuridica italiana e internazionale.

Ne facciamo il punto in questa intervista con l’avvocato Manuela Viscardi, esperta nei profili legali del neuromarketing e consulente per la gestione aziendale e delle risorse umane per Caronte Consultancy.

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Come applicare i nudges alle microcopy: intervista a Laura Mondino

Le microcopy sono quei testi stringati, ma strategici, che ci convincono a compiere un’azione e che precedono o sostituiscono i comandi e le call to action. I nudges, o spinte gentili, sono invece un nuovo approccio (premiato con il Nobel) elaborato dalla neuroeconomia per ridurre l’impatto di bias ed euristiche e facilitare il decision making.

L’applicazione dei nudges e dell’approccio della psicologia comportamentale alle microcopy può dare dei risultati di grande impatto. In questa intervista, Laura Mondino, esperta di neuroscienze cognitive e autrice del libro: “Nudge revolution”,  ci dà alcuni esempi di utilizzo di questo nuovo approccio.

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Come applicare le neuroscienze alle immagini

Il linguaggio visivo riveste da sempre un’importanza cruciale nella creazione di qualsiasi tipo di contenuto promozionale, sia online che offline.

Non sorprende quindi la crescente applicazione del neuromarketing alle immagini, sia a scopi di testing che in fase di progettazione.

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Cos’è e a cosa serve l’information search process model (ISP)

L’information search process (ISP) è un modello sviluppato nel 1991 dalla professoressa Carol Kuhlthau dell’università di Rutgers che descrive il processo compiuto da chi effettua una ricerca (definito nel modello: “ricercatore”) per trovare una informazione, sia online che offline.

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Dopamina Marketing: il vero ruolo della dopamina nelle decisioni di acquisto

La dopamina eccita, ma non fa vendere, e il dopamina marketing risulta più dannoso che utile. In questa intervista Laura Pirotta, psicologa specializzata in neuroscienze e autrice del libro: “Strategie e tattiche di neuromarketing”, ci spiega quali sono i reali meccanismi neurofisiologici delle decisioni di acquisto.

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Il potere persuasivo della pubblicità in rima

Quando lo spot fa rima, il prodotto vende prima. Poesie e ritornelli hanno accompagnato la pubblicità fin dalla sua nascita, mentre la capacità di creare motivetti intriganti per reclamizzare una marca è da sempre una delle capacità più richieste a un buon copywriter.

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Neuromarketing e pubblicità: come le neuroscienze cambiano la comunicazione pubblicitaria

L’applicazione del Neuromarketing alla pubblicità si sta rivelando sempre di più l’arma vincente dei grandi brand e la vera rivoluzione della comunicazione pubblicitaria di questi anni. Tra le aziende che ne fanno uso Google, PayPal, e in Italia Tim.

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Hippocampus headline: lo slogan che sorprende il cervello

Qualche anno fa uscì uno slogan pubblicitario che mi resta ancora oggi ben impresso nella mente: il pastificio Granoro aveva storpiato il nome del brand in “Gran d’Oro”, mentre la body copy esaltava i benefici effetti della campagna sconto del momento sulle tasche delle massaie italiane.

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Arrivano i software per il riconoscimento delle emozioni facciali

Comprendere le reali emozioni dei lettori di una pagina web o di una pubblicità online è da sempre il sogno segreto di pubblicitari, scrittori, designer e direttori marketing.

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L’uso del contagio emotivo in comunicazione

Il neuromarketing sfrutta spesso il contagio emotivo, sia nelle campagne pubblicitarie classiche che in quelle online.

I social network, con la loro capacità di raggiungere istantaneamente milioni di persone, possono amplificarne l’effetto, rendendone l’utilizzo potenzialmente esplosivo tramite il meccanismo della viralizzazione.

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L’efficacia della pubblicità subliminale nelle decisioni d’acquisto

La pubblicità subliminale è realmente in grado di condizionare le decisioni di acquisto dei consumatori? Secondo alcuni esperimenti condotti nel 2009 negli Stati Uniti (Ferraro, Bettman), la risposta è affermativa.

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La neuroscienza dei titoli clickbait: fare leva sulle emozioni

Il clickbait, un titolo fortemente emozionale e coinvolgente, è indubbiamente un potente strumento di copywriting.

Lo scopo è giocare pesante, trascinando il lettore sulla pagina costi quel che costi e senza alcun riguardo per le regole di una corretta comunicazione.

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