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Le emozioni: una costruzione mentale e culturale?

Le emozioni sono costruite dalla nostra mente, e non qualcosa che è innato nel nostro cervello? La risposta che dà la neuroscienziata Lisa Feldman Barret nel suo ultimo ed estremamente denso libro, “Come sono fatte le emozioni”, è affermativa.

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Colpi di scena e successo delle serie televisive

Il successo di un film o di una serie televisiva potrebbe essere collegato al numero di colpi di scena presenti nella trama. Almeno, queste le conclusioni di una ricerca condotta con strumenti informatici e quantitativi (si chiama: linguistica computazionale) su oltre 30.000 opere dallo scrittore e professore Samsun Knight assieme alle università di Toronto e Northeastern University.

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Introduzione alla teoria dei mondi narrativi

La teoria dei mondi narrativi è una metodologia critica che analizza la struttura e il funzionamento delle narrazioni offrendo un approccio sistematico per comprendere come le storie creano e organizzano realtà e mondi alternativi.

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La menzogna, le narrazioni e i possibili antidoti

Negli ultimi anni abbiamo assistito all’esplosione del fenomeno delle Fake News, il che ripropone nuovamente all’attenzione del pubblico il legame da sempre esistito tra menzogna e narrazione.

Anche se gli algoritmi hanno in ciò una grossa responsabilità, non spiegano però tutto. Forse, il vero fattore chiave va cercato nella natura stessa della nostra mente e quindi delle storie e dello storytelling.

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Popcorn brain: l’effetto dei social media sul nostro cervello

Le persone passano ore a scorrere post, guardare video e interagire con amici e sconosciuti sui social media, per un totale che è stato stimato di ben quasi 7 ore al giorno, il valore di una giornata lavorativa.

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L’illuminazione e il suo significato nello storytelling visivo

L’illuminazione svolge un ruolo cruciale in qualsiasi tipo di narrazione visiva, influenzando profondamente l’atmosfera, l’emozione e la percezione delle immagini.

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Tatto, emozioni e storytelling

Il tatto riveste un ruolo cruciale nella formazione e percezione delle emozioni. Uno studio recente dell’università Bicocca ha dimostrato il legame che esiste tra le emozioni e le specifiche aree del cervello preposte al senso del tatto e al movimento. Secondo la professoressa Elena Nava:

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Scoperto come avviene la comprensione delle parole a livello neurale

Un recente studio del Massachusetts General Hospital ha rivelato dettagli fondamentali su come i singoli neuroni del cervello umano rappresentino e organizzano le informazioni semantiche e quindi giungano a comprendere parlato e scritto.

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Meditazione buddhista: dal mito ai tangibili benefici neuroscientifici

La meditazione buddista ha da sempre esercitato un grande fascino sul nostro immaginario. Numerosi sono i film, contenuti, romanzi e fumetti in cui i monaci buddisti compiono imprese sovrannaturali, per non parlare della concentrazione che i samurai raggiungevano tramite la pratica dello zen, ormai una vera e propria icona pop.

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Canta che ti passa: il potere consolatorio della musica

Una delle prime cose che s’imparano è il grande potere della musica non solo di evocare particolari momenti della vita con una grande intensità, ma addirittura di addolcire e rendere più sopportabili i momenti più tristi.

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Indifferenza e genocidio: il ruolo della comunicazione

Il genocidio è uno dei più gravi crimini possibili, eppure l’opinione pubblica mostra un livello di freddezza verso atti così gravi decisamente allarmante, mentre invece la maggior parte delle persone si mostra empatica e in genere disposta a fare grandi sforzi per aiutare vittime individuali.

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I consigli delle neuroscienze cognitive per potenziare e migliorare l’apprendimento

Imparare non è facile, e la scuola resta, per certi versi, un’esperienza impegnativa per tutti noi. Non sorprende che da secoli si susseguono consigli, trucchi ed espedienti di ogni genere per facilitare il difficile lavoro di essere studente, come del resto per copiare i compiti e farla franca agli esami.

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L’uso della profondità di campo nello storytelling visivo

La profondità di campo, ossia la perfetta messa a fuoco non solo degli oggetti in primo piano ma anche dello sfondo, è la caratteristica che maggiormente contribuisce a creare un effetto di profondità e spazialità nei contenuti visivi insieme all’inquadratura. Per questo motivo viene sempre raccomandata dai manuali di fotografia.

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Funziona meglio disponibilità limitata o più venduto?

“Articoli in numero limitato” o “Articolo il più venduto” sono tra le leve persuasive più utilizzate negli e-commerce. Come ormai è ben noto, la prima copy fa leva sulla scarsità del bene, la seconda sulla conferma sociale. La domanda che sorge spontanea è: quale delle due vende di più?

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L’importanza del contesto sociale nel design e nel management

Quanto influisce il contesto sociale e ambientale sulla nostra felicità e sul nostro benessere mentale? La risposta è: parecchio, cosa che alcune ricerche neuroscientifiche sembrano tra l’altro confermare. Del resto, si dice che la festa non la fa il locale, ma la qualità delle persone che ci vengono.

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I meme nella rete: cosa sono, a cosa servono e perché sono efficaci

Meme, o quei brevi contenuti divertenti, ironici o bizzarri che diventano rapidamente virali nella rete. Quello classico è in genere composto da un’immagine e da un breve testo, con una fusione tra elemento scritto e visivo molto stretto, ad esempio quello di Fedez: dillo alla mamma, dillo all’avvocato.

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La scrittura come strumento di problem solving

La scrittura può essere un buon metodo di problem solving. A questa conclusione sono arrivate le ricerche condotte non solo dagli psicologi, ma anche dai linguisti, già a partire dagli anni 70 del secolo scorso.

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L’inquadratura nello storytelling visivo

Il primo problema che ci troviamo davanti quando stiamo per scattare una foto, è quello dell’inquadratura. Più da vicino o da lontano? Deve includere anche l’ambiente, o centrare direttamente il soggetto? E lo sfondo? Come lo gestiamo?

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Come gli smartphone influenzano il consumo di cibo

In tutto il mondo, circa 6,4 miliardi di individui possiedono uno smartphone. L’utente medio interagisce con il proprio dispositivo poco dopo essersi svegliato e passerà da 3 a 4 ore al giorno in compagnia di una varietà di app più o meno grande e per i motivi più svariati.

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L’effetto Rashomon, o della soggettività della verità

Ognuno di noi fornisce la sua versione dei fatti, e una verità definitiva non esiste o non è così semplice da cercare. Questo, in sintesi, è ciò che viene definito effetto Rashomon, dal nome di un celebre film del regista giapponese Akira Kurosawa.

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Neuroscienza della creatività

Come funziona la creatività a livello neuronale? C’è chi sostiene che il trucco risieda nel fare molta pratica e poi lasciarsi andare, e chi invece che il flusso creativo si attivi quando raggiungiamo un particolare stato mentale di ipercontrazione che fa parlare il demone che è dentro di noi e che ci fa ottenere l’ispirazione.

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Le donne capiscono meglio il linguaggio facciale?

Le donne sono più abili degli uomini a riconoscere e interpretare il linguaggio facciale? La risposta sembrerebbe affermativa, e non solo per lunga tradizione popolare, ma anche secondo le neuroscienze.

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Cos’è e a cosa serve lo storytelling

Parola sempre più usata e inflazionata, “storytelling” è un prestito dalla lingua inglese. Letteralmente significa: “raccontare storie”, anche se viene ormai sempre più spesso utilizzata nel significato di: “arte del raccontare storie”.

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L’importanza delle narrazioni nella costruzione dell’identità

Narrazioni e identità sono un binomio indissolubile non solo per gli individui, ma anche per le organizzazioni, i gruppi sociali e le nazioni.

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Teoria e prassi dell’arco narrativo

Il termine arco narrativo, che traduce l’inglese: story-arc, è un termine relativamente recente, anche se il concetto che ne sta alla base risale addirittura ad Aristotele. Descrive semplicemente la linea narrativa che tiene in piedi la trama di una storia, risolvendo i tre classici problemi di come farla iniziare, sviluppare e finire.

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La teoria della chiusura concettuale di Gabriel Radvansky e la comunicazione

Sia il flusso dei fenomeni del mondo fisico che quello delle narrazioni viene suddiviso dalla nostra mente in eventi separati da precise barriere, con conseguenze significative per la memorizzazione di ciò che avviene. Almeno, così sarebbe secondo la teoria della chiusura concettuale elaborata dal neuroscienziato Gabriel Radvansky, che predica l’esistenza di una associazione tra eventi e alcuni elementi degli ambienti in cui sono vissuti.

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La danza della mente: come la sincronizzazione cerebrale influenza le storie e la cognizione

Gli umani non sono delle entità isolate, ma esseri sociali perfino a livello di cognizione, una funzione che necessita di uno spazio interpersonale per poter funzionare. Almeno, questo sembra il risultato a cui si perviene in base alle ricerche del neuroscienziato Uri Hallson.

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La teoria dell’esposizione al messaggio spiegata brevemente

Nota anche come teoria ipodermica, la teoria dell’esposizione al messaggio fu elaborata durante gli anni ’30 del secolo scorso negli Stati Uniti dal politologo Harold Dwight Lasswell per spiegare i comportamenti delle masse di fronte all’affermazione dei regimi autoritari di quel periodo.

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Neuroscienze del politically correct: quando le parole sono accettabili?

Negli ultimi anni, l’espressione: “politically correct” ha guadagnato terreno nella società italiana, anche se non mancano le polemiche e le contestazioni e chi addirittura nega qualsiasi utilità agli sforzi volti a rendere le parole corrette

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Come utilizzare l’effetto Zeigarnik per aumentare il coinvolgimento nello storytelling

L’effetto Zeigarnik, ossia la tendenza a ricordare meglio le attività incompiute rispetto a quelle concluse, prende il nome dalla psicologa russa Bluma Zeigarnik che lo scoprì negli anni ’30 del secolo scorso. Una sua applicazione particolarmente efficace si può avere proprio nel campo del storytelling per mantenere il pubblico in ansiosa attesa di scoprire cosa succederà dopo e quindi attaccato alla trama.

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9 consigli per difendersi dall’abuso verbale

L’abuso verbale, soprattutto se sistematico, può danneggiare gravemente la nostra salute mentale e qualità di vita. Per fortuna non mancano le strategie per difendersi da questo tipo di comportamento nocivo e preservare la propria dignità e benessere. Vediamo 7 tra le più efficaci scelte tra quelle consigliate da psicologi e life coacher.

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Il ruolo della comunicazione nell’abuso psicologico

Fenomeno purtroppo sempre più diffuso, l’abuso psicologico è quella pratica con cui qualcuno cerca di minare la stabilità, la felicità e l’autostima di qualcuno con una serie di menzogne, accuse, denigrazioni e altri comportamenti verbali e no.

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Narrazioni e contesto sociale influenzano le emozioni?

Le emozioni, in particolare quelle come collera, rabbia e felicità, sono pulsioni e forze inconsce oppure gioca in esse un ruolo anche la parte consapevole e “razionale” di noi stessi? Questa domanda è antica come la filosofia: la ritroviamo in grandi pensatori come Platone e Aristotele per arrivare, sotto varie forme, fino ai giorni nostri.

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Neuroscienze delle politiche a tolleranza zero

Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York, è passato alla storia per la prima adozione su larga scala delle cosiddette politiche a tolleranza zero, vale a dire la repressione sistematica perfino della minima violazione delle norme sociali, come buttare la carta per terra o rompere una bottiglia di vetro.

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Storytelling, social scoring e controllo sociale

In un futuro ormai prossimo, un bel giorno un qualsiasi signor Rossi si rende conto che il suo punteggio sociale è sceso ormai ai minimi per una serie di scelte e comportamenti sbagliati e che ormai rischia la penalizzazione da parte del potente Algoritmo centrale di pianificazione dell’armonia comune.

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I principali reading patterns (schemi di lettura)

Una delle grandi novità dell’era digitale è stata la scoperta dei pattern di lettura, veri e propri schemi di comportamento che ci indicano come i lettori scannerizzano le pagine web nella loro ricerca di informazioni.

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I consigli di due esperti dell’esercito americano per uno storytelling persuasivo

Propaganda, guerre ed eserciti sono sempre stati un binomio indissolubile fin dai tempi di Caino e Abele; per questo motivo, rivolgersi agli esperti di comunicazione militare è da sempre una grande idea per chi è alla ricerca di buoni consigli per ottenere uno storytelling persuasivo particolarmente efficace e vincente.

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Neurostorytelling, ossia l’applicazione delle neuroscienze all’arte di narrare

L’applicazione delle neuroscienze alle narrazioni (Neurostorytelling) è probabilmente l’ultima, ma anche la più affascinante frontiera aperta dalla ricerca scientifica contemporanea.

Le scoperte sui neuroni specchio hanno infatti gettato per la prima volta uno spiraglio di luce sui complessi fenomeni che accadono non solo nel nostro cervello, ma in tutto il nostro corpo quando leggiamo una storia, guardiamo un film, siamo a teatro, a un concerto o in una galleria d’arte.

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Le scene di violenza favoriscono i comportamenti violenti?

La diatriba sul supposto ruolo dei mass media e in particolare dei film d’azione nel favorire la violenza va avanti ormai da oltre un ventennio, con uno scontro da sempre molto acceso tra chi sostiene la necessità di controlli e censure e chi invece sbandiera la libertà di espressione.

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Quanto deve essere realista la realtà virtuale?

Ormai lo sanno tutti: la vera qualità, per un designer di realtà virtuale, è il realismo: più un ambiente virtuale è simile alla realtà del mondo là fuori, più elevato sarà il coinvolgimento e l’immersività di ciò che andiamo a progettare.

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I Social Media sono più potenti dei media tradizionali nell’influenzare decisioni e opinioni?

I social media svolgono un ruolo sempre più attivo nella formazione delle nostre opinioni e decisioni, rivoluzionando il modo in cui le persone interagiscono con le informazioni e sovvertendo il mondo della comunicazione tradizionale.

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Ridurre la distanza psicologica per aumentare le conversioni

Nel difficile e altamente competitivo mercato online di oggi non c’è marca che non debba affrontare la sfida di attirare e convertire i potenziali clienti.  La spesa in pubblicità, purtroppo, è di poco aiuto: anche se si riesce ad attirare più persone sul sito, convincerle effettivamente a fare acquisti è tutta un’altra storia.

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Fare lo struzzo, o della fuga evitante

Fare lo struzzo, nel contesto dei comportamenti umani, indica l’atteggiamento di una persona che decide di ignorare o evitare consapevolmente una situazione difficile o scomoda. Questo può accadere in risposta a stress, ansia o problemi che sembrano insormontabili.

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Fluidità percettiva ed esperienza soggettiva del bello

L’esperienza estetica nasconde interazioni assai complesse tra l’occhio umano e l’oggetto della sua osservazione. La fluidità visiva percettiva è uno degli aspetti più affascinanti e poco conosciuti che contribuiscono alla nostra percezione della bellezza.

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L’importanza di descrivere le emozioni con le parole

Spesso avvertiamo qualcosa che ci può far star bene o male, ma, come acutamente osservò Marie Cardinal, ci mancano le parole per dirlo, per esprimere ciò che stiamo provando.

Eppure, saper descrivere le proprie emozioni con le parole può influenzare profondamente il nostro benessere emotivo: può sembrare banale, ma il linguaggio svolge un ruolo fondamentale nel modo in cui percepiamo ed elaboriamo i nostri stati emotivi.

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Comunicazione: quando la ripetizione del messaggio è inutile

La ripetizione è una tecnica molto usata in comunicazione che prevede l’esposizione ripetuta di un messaggio con l’obiettivo di creare un’impressione duratura e influenzare il comportamento delle persone.

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Le parole come inneschi emotivi

Le parole, si dice, sono magiche. Basta guardare alla nostra esperienza quotidiana per scoprire che potente effetto di innesco emotivo (“trigger”, nella terminoligia usata dagli psicologi) possano avere. Una sola parola sbagliata ha il potere di farci andare su tutte le furie, e quella giusta di calmarci.

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Come gestire le emozioni: piccola guida di base

Quante volte ci capita di finire in situazioni dove qualcosa ci fa esplodere o agire d’impulso per poi pentirsene? Non è un caso che quel “qualcosa” in psicologia viene chiamato innesco emotivo (dall’inglese: “trigger”, grilletto). Come dice la parola, la sua funzione è simile allo stoppino che incendia la benzina delle nostre emozioni. Poi, però, diventa difficile tornare indietro.

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Cinque fattori che modificano l’effetto di un trigger emotivo

Le emozioni hanno un impatto significativo sulle nostre decisioni e sul nostro comportamento. Spesso, sono attivate da quello che in medicina e psicologia viene definito: “innesco” o “stimolo” (trigger, in inglese).

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Tre esempi di campagne emozionali fallimentari

Molti marketer credono che le campagne emozionali siano uno strumento di marketing molto potente per via del coinvolgimento emotivo che generano nei consumatori.  E in effetti, è innegabile che quando sono ben pianificate e realizzate possano creare un legame profondo tra il marchio e il pubblico.

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Le differenze tra un Dizionario Ordinario e un AI Tool

Quando si tratta di cercare parole specifiche, la differenza tra un dizionario ordinario e un AI tool, come ChatGPT, è significativa. In questo post approfondiremo le distinzioni chiave che rendono gli AI tool una risorsa potente nel campo delle ricerche di parole.

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Pubblicità: quando i bias non funzionano

Basta dire Bias per fare il successo di una campagna pubblicitaria? La risposta è seccamente e decisamente no. Gli esempi di insuccessi clamorosi diventati più o meno celebri di agenzie che credevano di sfruttare i bias sono numerosi, eccovene tre:

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Quali sono i migliori tool per creare contenuti basati sull’intelligenza artificiale?

L’AI storytelling – l’arte di generare contenuti utilizzando l’intelligenza artificiale – è ormai il nuovo standard. Ma quali sono i tool e le applicazioni, meglio se gratuite, che possiamo utilizzare?

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7 fallimenti dell’intelligenza artificiale che vi faranno ridere o piangere

Dopo che ChatGPT ha concluso che i grissini possono essere usati come bisturi (la vicenda è finita sul giornale), in rete sta nascendo un nuovo genere letterario: i grandi fallimenti dell’Intelligenza Artificiale.

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I giornalisti possono essere sostituiti dall’intelligenza artificiale?

Ormai, se lo chiedono un po’ tutti, e non solo i diretti interessati: l’intelligenza artificiale può sostituire un giornalista? Bene, la risposta è decisamente no, almeno allo stato attuale dell’arte.

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Prevedere l’effetto della scelta delle parole sul lettore con l’intelligenza artificiale

Noi umani siamo banali e scontati. Perfino l’intelligenza artificiale riesce a prevedere che effetto avrà una parola su di noi e, conseguentemente, a influenzarci.

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Persuasione: vince la comunicazione faccia a faccia

Forse lo sapevate già, ma se dovete persuadere qualcuno meglio vederlo di persona e parlagli faccia a faccia che mandargli una e-mail. Questo, almeno, è ciò che ha scoperto uno studio comportamentale del professore e della professoressa Mahdi Roghanizad (Ted Rogers School of Management di Toronto) e Vanessa Bohns (Cornell University).

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Capire le differenze culturali col modello di Geert Hofstede

Bastano 6 dimensioni per descrivere le differenze culturali tra popoli. Questo, almeno, è quanto sostiene Geert Hofstede, antropologo e psicologo olandese che di diversità culturale se ne doveva intendere veramente, avendo per anni lavorato come ricercatore per lo sviluppo del personale della multinazionale IBM.

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Community management: dimostrato che la simpatia è più coinvolgente

La simpatia è una grande risorsa per un community manager, almeno a stare a una ricerca dell’Università Cattolica sulla relazione tra piacevolezza del manager e prestazioni del team pubblicata su Science Direct nell’agosto 2022.

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Le basi neurali dello storytelling: l’interprete

Tra le pieghe corticali e sottocorticali dell’emisfero sinistro si nasconde una struttura misteriosa che col collante dei nessi di causa-effetto tiene assieme i frammenti di informazione che attraversano continuamente il nostro cervello: si tratta dell’interprete, una rete neurale ipotizzata dai neuroscienziati Michael Gazzaniga e Matt Roser.

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Come il cervello immagazzina e organizza il lessico: le mappe semantiche

Le mappe semantiche – una rappresentazione mediante un grafo a nodi dei collegamenti semantici di una parola con altre parole – sono oggi uno strumento comune nelle scuole e nelle aziende.

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Saper scrivere: l’importanza degli aggettivi qualificativi nel copywriting

C’è chi ne abusa, c’è chi li trascura del tutto; eppure, l’utilizzo appropriato degli aggettivi qualificativi è spesso ciò che fa la differenza non solo in letteratura, ma anche nel copywriting.

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Neuroscienze della comunicazione politica: il modello dell’elettore razionalizzante

L’analisi della comunicazione politica, delle decisioni e dei comportamenti degli elettori non sono certamente tematiche nuove per le neuroscienze e la psicologia dei comportamenti sociali.

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Come il cervello valuta l’attendibilità dell’informazione e delle fake news: il ruolo delle emozioni

Comprendere come il nostro cervello valuta la credibilità e l’attendibilità delle informazioni e della persona che la fornisce è diventato particolarmente importante in un’epoca dominata dai social network e dalle fake news.

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Come vengono letti i leyout a griglia?

L’affermazione dei cellulari e delle applicazioni ha reso i layout a griglia sempre più utilizzati e popolari. Nei corsi di design si insegna che la ragione della loro adozione sta nella comodità per l’utente di avere tutte le funzionalità e i contenuti immediatamente raggiungibili con un solo clic.

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Neuroestetica: capire l’arte tramite le neuroscienze

C’è chi la chiama neuroestetica, chi neuroarte, ma sembra che non ci sia una grande differenza di significato tra queste due parole arrivate da poco ad arricchire la lista delle neuro-discipline.  Entrambe si riferrerebbero all’applicazione delle neuroscienze all’arte per comprendere come si genera l’esperienza del godimento estetico nel cervello del pubblico.

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Dove mettere la call to action

È un vecchio problema che affatica designer e marketer da anni: dove mettere la call to action? Come evitare quello che gli specialisti chiamano: “angolo della morte”, ossia il bordo della pagina web che inesorabilmente viene sempre scartato dall’occhio superficiale del lettore?

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Perché i form non convertono (nonostante il buon design e la buona UX)

I form non convertono, anche se sono lo strumento più utilizzato dai marketer per raccogliere i contatti dei potenziali clienti o per concludere una vendita.

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Comunicazione efficace: l’importanza di capire la personalità di chi abbiamo di fronte

Comunicazione efficace vuol dire anche saper modulare lo stile comunicativo sulla base alla personalità del nostro interlocutore.

Raffaella Pizzi, formatrice e psicologa con esperienza ventennale di più di quindici anni nella formazione comportamentale/motivazionale nel settore bancario e finanziario, ci racconta gli accorgimenti e gli strumenti per capire al volo la personalità di chi abbiamo di fronte e scegliere lo stile di comunicazione più efficace.

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Parole da evitare in comunicazione e pubblicità: la negazione

La negazione – in particolare il famigerato “non” – è da tempo considerata una parola da evitare in comunicazione e in pubblicità, o almeno da guardare con forte sospetto.

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Struttura narrativa: 4 modelli di base per costruire una trama

La struttura narrativa è fondamentale in ogni trama ben congeniata, e la sua assenza, secondo la scrittrice ed esperta di storytelling Alessandra Perotti, non può che creare problemi allo svolgimento di qualsiasi storia.

Quando si parla di struttura narrativa, non bisogna però pensare solamente al viaggio dell’eroe. L’applicazione delle neuroscienze allo storytelling ha infatti permesso di invidivuare nuovi e più efficaci modelli per costruire le trame.

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Storytelling: il viaggio dell’eroe non serve più

Nello storytelling l’aspetto centrale sono i personaggi della storia, non la trama e tantomeno il viaggio dell’eroe.

Queste sono le conclusioni a cui è giunto il neuroscienziato Steven Brown, direttore del NeuroArts Lab dell’università McMaster di Hamilton, Ontario.

Il modello proposto da Brown ribalta la tradizionale impostazione che risale ad Aristotele per cui la trama guiderebbe la narrazione e fisserebbe gli obbiettivi dei personaggi che quindi subirebbero la storia invece che agirla.

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Storytelling: la psicologia dell’immedesimazione nel personaggio secondo Gulino e Shears.

L’immedesimazione nel personaggio di un romanzo, pièce teatrale o film (immedesimazione narrativa) avviene perché lo identifichiamo come un membro della nostra famiglia. Questa è la conclusione a cui giungono P.J.Gulino e C. Shears nel loro libro: The Science of Screenwriting:  The Neuroscience Behind Storytelling Strategies.

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Un esempio di ottimizzazione dei testi con l’eye-tracker

Quando si parla di testi per il sito web, capita spesso di creare dei contenuti che pensiamo adatti all’utente quando invece questo cerca informazioni completamente diverse. Per questo motivo è fondamentale includere anche le copy nei test di usabilità.

Il case study che segue mi è stato fornito dai ricercatori Andrea Ciceri e Giulia Songa della società SenseCatch di Como. L’ho scelto proprio perché particolarmente adatto a dimostrare l’utilità di alcuni strumenti di neuromarketing come l’eye-tracker, tecnologia capace di tracciare il comportamento visivo, nello studio dell’esperienza utente sui contenuti scritti e le copy del sito web aziendale.

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Psicologia del trasporto narrativo: alle basi dello storytelling

Una narrazione ci fa perdere il contatto con la realtà e ci trasporta in una nuova dimensione: è questo l’effetto del trasporto narrativo, la sensazione di viaggiare dentro la storia che proviamo leggendo un buon romanzo o una novella.

La teoria del trasporto narrativo cerca di spiegare il fenomeno su basi scientifiche e di indagare gli effetti di tipo cognitivo, emozionale e di cambiamento dei comportamenti e delle credenze che una storia può generare.

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Ritmo del discorso, comunicazione paraverbale e psicologia: le ultime scoperte

Chi parla veloce un po’ ci sveglia, un po’ ci mette ansia, mentre un eloquio calmo e pacato ci rasserena e a volte annoia.

Questo è solo uno dei tanti effetti psicologici del ritmo del discorso – uno degli aspetti più importanti della comunicazione paraverbale – che sperimentiamo ogni giorno.

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Il tono di voce ha realmente potere persuasivo? La risposta della ricerca neuroscientifica

Ormai tutti sanno che il tono di voce ha un grande potere comunicativo e che svolge un ruolo importante in quello che viene chiamato comunicazione non verbale.

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I mantra funzionano o no? La risposta delle neuroscienze

Avendo incontrato negli anni diverse persone che praticano yoga, meditazione o recitazioni interminabili di mantra, mi sono sempre chiesto se esistessero degli studi scientifici sulla reale efficacia di queste pratiche.

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Copywriting: come trovare il nome giusto per un brand, azienda o prodotto

Ormai sappiamo tutti che il nome dell’azienda (brand naming) o del prodotto va scelto con attenzione, in quanto è in grado di influenzare l’atteggiamento dei consumatori e la memorizzazione del brand.

Ma come si fa nella pratica a fare del brand naming efficace?

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Psicologia dei font: come scegliere il font giusto con le neuroscienze

Scegliere i font per un articolo, sito vetrina o post non è certamente facile, come ben sanno designer e editor.

Oltre agli aspetti estetici, bisogna infatti considerare l’impatto psicologico e semiotico di ogni carattere tipografico.

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Fonosemantica: perché gli orchi si chiamano orchi

I singoli suoni richiamano immagini e significati specifici, e le immagini e i significati possono avere un loro equivalente fonetico.

Questo ci insegna la fonosemantica, la scienza che studia le corrispondenze tra la forma sonora di una parola (le vocali e consonanti da cui è composta) e il suo senso.

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Come scrivere un testo argomentativo con la tecnica dell’expository writing

L’”expository writing” è una tecnica per scrivere testi argomentativi ancora poco conosciuta in Italia.

Non va confusa con la scrittura descrittiva, termine molto più generale che abbraccia modi di scrivere assai diversi tra loro, o con la struttura dei temi scolastici che è più libera e può quindi discostarsi – e di parecchio – da quanto consigliato per questo particolare modello di scrittura persuasiva.

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Teoria del prospetto, comunicazione e design: la regola di fine picco

Di un’esperienza, ricordiamo solamente i picchi emozionali (positivi o negativi) e la fine. Questo ci insegna la regola di fine picco (peak end rule, in inglese), una delle tante conseguenze della più generale teoria del prospetto elaborata dal premio Nobel Daniel Kahneman, fondatore della neuroeconomia.

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