Usare lo sguardo nello storytelling visivo

Quando fotografiamo qualcuno, o desideriamo utilizzare un o una modella in una foto o una immagine, dobbiamo sempre prestare attenzione allo sguardo.

Il motivo? Sguardo e viso sono i primi due elementi su cui cade l’attenzione di chi guarda un’immagine. Gli studi che lo dimostrano sono moltissimi. Del resto, spesso è proprio il forte potere attrattivo ed espressivo del volto e degli occhi il motivo che ci spinge a inserire le persone nel nostro storytelling visivo.

Gli occhi dicono se un sorriso è reale o meno

La presenza delle zampe di gallina ( delle piccole ruche che si formano agli angoli degli occhi) quando si sorride sarebbe, secondo gli studi dello psicologo Paul Eckman, un potente indicatore della veridicità delle intenzioni di chi sorride.

Se le zampe di gallina mancano, il sporriso viene percepito come falso. Per quetso motivo è bene prestare attenzione ai sorrisi di chi riprendiamo o fotografiamo.

Pupille e colore degli occhi

Le pupille dilatate sono, per le donne, un fattore di attrazione: se volete sedurre o creare una storia in cui un soggetto femminile flirta o cerca di sedurre qualcuno, ricordatevi di questo trucco.

Venendo agli uomini, alcuni studi hanno inoltre messo in evidenza una possibile relazione tra colore degli occhi e la personalità, nel senso che gli uomini con occhi color marrone risulterebbero più dominanti degli uomini con occhi color chiaro.

Non è detto dunque che il principe azzurro debba sempre avere gli locchi azzurri, dipende che tipo di effetto, personalità o relazione che volete creare tra i personaggi della vostra storia.

Sguardo diretto e sguardo distolto

Esiste una differenza profonda tra guardare direttamente qualcuno negli occhi e distogliere lo sguardo, oppure guardarlo di sottecchi, o guardare in tutt’altra direzione.

Sguardo diretto

Nella comunicazione interpersonale lo sguardo diretto veicola sentimenti e qualità come l’attenzione verso di noi, la franchezza, l’onesta e l’affidabilità. Se parlate con qualcuno, fissatelo negli occhi. Distrarre lo sguardo o guardare altrove può veicolare messaggi negativi, come la noia per quello che sta dicendo l’interlocutore, disattenzione e mancanza di interesse.

Nella comunicazione commerciale, lo sguardo diretto su espressione rassicurante può indurre fiducia verso il brand o il prodotto e facilitare l’acquisto.

Se invece lo sguardo diretto è penetrante (come nell’esempio riportato nell’immagine sopra) può trasmettere eccitazione fisica, soprattutto se il prodotto riguarda la vita intima (biancheria, profumi, vestiti).

Lo sguardo di un’altra persona funziona anche come indicatore di direzione, perché tendiamo automaticamente a seguirlo. Se un modello in una fotografia guarda un oggetto, saremo automaticamente portati anche noi a guardare quell’oggetto. Possiamo quindi utilizzare lo sguardo del modello come un espediente per attirare l’attenzione su qualsiasi elemento visivo desiderato.

Le differenze tra la comunicazione interpersonale e le immagini

Un punto importante da sottolineare è la differenza che esiste tra il significato che assume lo sguardo nella comunicazione interpersonale e quello che invece ha nelle immagini, nei contenuti pubblicitari e nelle opere d’arte.

Mentre nella comunicazione interpersonale lo sguardo diretto è fondamentale, in un’immagine o in un’opera d’arte lo sguardo distolto può funzionare molto meglio perché aumenta il coinvolgimento e il trasporto narrativo.

In ambito commerciale, lo sguardo distolto spinge a provare la stessa emozione del modello o della modella, il che può risultare utile per prodotti di tipo esperienziale, dove ciò che conta sono soprattutto le emozioni che si desiderano trasmettere al consumatore durante l’esperienza di uso del prodotto stesso.

Per questo motivo le persone ritratte nelle opere d’arte spesso non guardano direttamente il pubblico. Su questa maggiore efficacia dello sguardo distolto nello storytelling visivo esistono oggi numerosi studi e ricerche, anche in riferimento al mondo della pubblicità.

Come usare lo sguardo nello storytelling visivo

In conclusione, se vogliamo realizzare un contenuto visivo per scopi promozionali o pubblicitari, oppure una foto d’arte o un quadro, utilizzare lo sguardo distolto può essere un ottimo espediente per aumentare il trasporto narrativo e il coinvolgimento del pubblico.

Sguardo distolto nella Dama con ermellino del Da Vinci

Lo sguardo distolto può inoltre essere utilizzato per guidare lo spettatore dirigendolo verso un secondo elemento visivo della composizione, sia esso un prodotto, un oggetto o qualsiasi altro elemento.

Questa regola non va tuttavia interpretata in modo rigido; soprattutto nell’arte, la libertà espressiva dell’artista va sempre rispettata. Infine, lo sguardo sarà diretto in quei casi – tipicamente, i video dei giornalisti, ma non solo – in cui parliamo direttamente al pubblico e cerchiamo di ingaggiarne l’attenzione.

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Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

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