I giornalisti possono essere sostituiti dall’intelligenza artificiale?

Ormai, se lo chiedono un po’ tutti, e non solo i diretti interessati: l’intelligenza artificiale può sostituire un giornalista? Bene, la risposta è decisamente no, almeno allo stato attuale dell’arte.

La domanda – tra l’altro legittima – nasce dalle indubbie capacità delle app di intelligenza artificiale, tra cui la celebre applicazione ChatGPT, di scrivere testi che sembrano uguali a quelli umani, ossia di passare – almeno, limitatamente alla creazione di contenuti testuali e visivi – il celebre test di Turing.

Purtroppo per l’intelligenza artificiale, il lavoro di un giornalista oggi non ha più come core skill la scrittura di articoli. Gli esempi non mancano e sono sotto il nostro naso ogni giorno: i giornalisti radiofonici e televisivi non toccano mai la penna, o meglio, la tastiera, e neanche lo fanno quei professionisti impegnati in presentazioni di libri, aperture di convegni ed eventi, interviste, interventi.

Perché l’intelligenza artificiale non può sostituire un giornalista

Un limite dell’intelligenza artificiale è cioè quello di non avere un corpo, un aspetto e una presenza, il che è assai limitante per una professione che richiede anche la capacità di saper gestire una propria immagine, oltreché a carisma e presenza.

Altro grosso limite dell’intelligenza artificiale è la sua totale mancanza di empatia, arguzia e tatto, due skill che giocano un ruolo fondamentale nel condurre una intervista o un dibattito o nello scrivere un articolo o una recensione brillante e che coinvolga i lettori.

Per non parlare dello stesso reperimento delle informazioni. L’intelligenza artificiale è addestrata su dei data base più o meno vasti, ma per quanto grande sia la rete o i database, peccano di un difetto di fondo: per definizione, non contengono mai tutte le notizie, che sono a tutti gli effetti dati nuovi.

In sostanza, ci vuole sempre qualcuno che inserisce le notizie-nuove informazioni nei database o nella rete, fosse anche sotto forma di un comunicato stampa che viene pubblicato sul web o inviato alla redazione del giornale dove l’IA lo legge e lo elabora. E quel qualcuno è in genere un essere umano.

È possibile che l’intelligenza artificiale assista un giornalista in compiti come la raccolta e l’organizzazione di informazioni, il controllo dei fatti e persino la generazione di contenuti scritti. Tuttavia, il giornalismo spesso implica considerazioni etiche e la capacità di esprimere giudizi su ciò che è degno di nota, cosa che può essere difficile da fare per l’IA.

Un altro limite dell’intelligenza artificiale è la sua incapacità di comprendere e interpretare questioni complesse, porre domande approfondite e comunicare informazioni in modo comprensibile e interessante per il pubblico.

Infine, non dimentichiamo che per generare articoli con l’intelligenza artificiale bisogna inserire una stringa di comando, e una delle abilità è proprio quello di saper porre all’intelligenza artificiale le domande giuste, i cosiddetti prompt. Un compito che solo un essere umano sa fare.

E poi c’è la legge: i direttori responsabili dei giornali devono per forza essere umani, in quanto destinatari di precise responsabilità legali; i giornalisti idem, per la necessità di iscriversi all’albo e di firmare gli articoli. L’intelligenza artificiale può fare al massimo dei redazionali, ed ha comunque bisogno della revisione di qualcuno.

Il giornalista AI

C’è anche da dire che esistono già alcuni esempi di intelligenza artificiale utilizzata nel giornalismo. Ad esempio, alcune organizzazioni giornalistiche utilizzano l’intelligenza artificiale per generare rapporti sportivi o articoli di notizie finanziarie.

Un giornalista AI è un programma per computer progettato per raccogliere e analizzare informazioni e quindi scrivere articoli o rapporti basati su tali informazioni. Il giornalista AI può essere addestrato su un ampio set di dati di articoli di notizie e altri testi per imparare a scrivere in uno stile appropriato per il giornalismo.

Il giornalista AI può anche essere in grado di raccogliere informazioni da una varietà di fonti, come siti di notizie online, social media e database, e utilizzare tecniche di elaborazione del linguaggio naturale per comprendere e interpretare le informazioni che trova.

Alcuni giornalisti AI sono persino in grado di generare i propri titoli e le proprie foto da abbinare agli articoli che scrivono.

Questi sistemi di intelligenza artificiale possono analizzare i dati e scrivere articoli di base su un determinato argomento, ma non sono in grado di svolgere compiti più complessi come il giornalismo investigativo o l’analisi.

Ci sono anche preoccupazioni sui potenziali pregiudizi che potrebbero essere incorporati nei sistemi di intelligenza artificiale. Poiché i sistemi di intelligenza artificiale sono addestrati su set di dati, possono riflettere i pregiudizi presenti in tali set di dati. Ciò potrebbe portare a articoli di notizie distorti o fuorvianti prodotti dai sistemi di intelligenza artificiale.

Altro limite dell’AI è la mancanza di esperienze personali, opinioni o pregiudizi che potrebbero influenzare il modo in cui presenta le informazioni e le raccoglie, ossia di personalità.

La principale differenza tra un articolo scritto da un giornalista e un articolo generato da un sistema di intelligenza artificiale è il livello di giudizio umano e pensiero critico coinvolti nel processo. L’intelligenza artificiale non è in grado di sostituire completamente le capacità e l’esperienza dei giornalisti umani.

Limiti del giornalismo basato sull’intelligenza artificiale

Volendo riassumere i limiti del giornalismo basato sull’intelligenza artificiale:

I giornalisti AI sono bravi solo quanto i dati su cui sono formati. Se i dati sono distorti, probabilmente anche il giornalista AI produrrà articoli distorti.

I giornalisti AI possono scrivere solo su argomenti su cui sono stati formati. Potrebbero non essere in grado di scrivere su argomenti nuovi o emergenti che non sono stati specificamente programmati per gestire.

I giornalisti AI non hanno la capacità di intervistare fonti o raccogliere nuove informazioni nello stesso modo in cui possono farlo i giornalisti umani. Possono scrivere solo in base alle informazioni che hanno ricevuto.

I giornalisti AI non possono fornire lo stesso livello di analisi e interpretazione di un giornalista umano. Potrebbero essere in grado di presentare i fatti, ma potrebbero non essere in grado di fornire lo stesso livello di intuizione e prospettiva di un giornalista umano.

I giornalisti AI non hanno la possibilità di controllare i fatti o verificare l’accuratezza delle informazioni che ricevono. È importante che i redattori umani e i verificatori di fatti esaminino gli articoli prodotti dai giornalisti di IA per garantirne l’accuratezza.

In conclusione, l’intelligenza artificiale può essere un ottimo assistente o ragazzino di redazione, una brava segretaria e cavarsela bene a smistare le telefonate. Ma come giornalista, difficilmente ce la può fare.

Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

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