Come fare Digital storytelling: 2 esempi da Instagram

Instagram e Facebook contengono molti esempi di digital storytelling particolarmente riusciti e ben rappresentativi dei risultati che si possono raggiungere in termini di engagement con questa tecnica.

Digital storytelling: l’esempio di La Gintoneria

Il primo esempio che ho scelto ci insegna di come si possa lanciare un locale attraverso l’utilizzo di narrazioni incentrate sui lettori e il titolare. Il secondo, molto più conosciuto, è la capacità di coinvolgere (e avere successo) della Ferragni utilizzando tecniche di comunicazione tradizionali.

La Gintoneria è una piccola catena di due bar di Milano dello stesso proprietario, Davide Lacerenza, recentemente uscito alla ribalta delle cronache mondane per una relazione con la figlia di Wanna Marchi .

La specialità del suo locale non è però solamente il gin, ma anche il digital storytelling visivo: Davide è infatti un influencer di Instagram con più di 116.000 follower e un tasso di engagement sulle foto che si conta in migliaia di cuoricini/minuto.

Le foto raccontano semplicemente la vita del locale e dei suoi avventori. Del resto, quale miglior materiale narrativo delle mille situazioni della vita notturna, tra feste, cene, eventi e compleanni?

Davide appare in continuazione tra calici di champagne, bottiglie pregiate, personaggi e situazioni divertenti e improbabili, trasformando un bar in un romanzo collettivo pulp.

Una recensione di un cliente su Tripadvisor riassume magistralmente la formula di successo dietro questo esempio di digital storytelling visivo: “Davide Lacerenza è un genio, magari del male, ma sempre un genio. [omissis] La sua bravura è nel suo atteggiamento istrionico e gogliardico che decisamente coinvolge.”

Chiara Ferragni: quando la moda diventa cinema

Chi non conosce le vicende della coppia Fedez e Chiara Ferragni? Eppure, Chiara in origine era una semplice influencer di moda, il suo successo come personaggio pubblico è tutto sommato recente.

La Ferragni è maestra nell’utilizzare il digital storytelling per trasformare un influencer in celebrità, copiando le strategie di settori più tradizionali come il cinema e la televisione.

Il gioco è sempre quello: mette al centro della narrazione la persona dell’influencer e la sua vita per coinvolgere, commuovere, scandalizzare, in una parola creare emozioni.

Battesimi, nascite, matrimoni, qualsiasi vicenda personale diventa occasione per creare post, hashtag e quindi coinvolgimento, mantenendo alto l’interesse del pubblico. Esattamente come in TV.

Che lezione impariamo da questi due esempi di digital storytelling?

Il mantra della comunicazione sui social recita che Facebook e Instagram sono diversi dalla televisione, e che la logica dovrebbe essere quella di coinvolgere e mettere il pubblico al centro.

Sia la Ferragni che il Lacerenza ci dimostrano invece che un approccio esattamente opposto può funzionare egualmente bene: nella loro narrazione, al centro sono sempre loro, come due veri attori protagonisti.

La viralizzazione, ossia la diffusione capillare dei contenuti attraverso i like e le condivisioni, avviene lo stesso. E spesso senza neanche la necessità di creare foto di grande qualità estetica.

Questo non deve stupire: il digitale è relativamente nuovo, mentre cinema e televisione sono due media sedimentati nella psiche delle persone da molto più tempo. Insomma, la digital revolution è alla fine molto meno “distruptive” di quello che sperava di essere.

La seconda lezione è la possibilità di rendere attraente una azienda o un servizio intrecciando intorno ad essa delle storie umane.

Questa strategia è applicata da decenni dai grandi brand. Gli esempi non si contano: marche di scarpe sportive che raccontano la passione e lo sforzo degli atleti, multinazionali del compressore che narrano le vicende della squadra di calcio sponsorizzata, petrolifere impegnate a salvare remote tribù amazzoniche.

In conclusione, le tecniche di base per rendere attraente un servizio o un prodotto con lo storytelling e il digital storytelling restano quelle di sempre: cambia la tecnologia, ma non la mente degli uomini che la utilizzano.

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Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

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